Ismea: a Fieravicola presentato l’andamento della produzione e dei consumi di carni avicole e uova

In occasione del convegno di apertura di Fieravicola, tenutasi dal 3 al 5 maggio 2023 al Rimini Expo Centre, è stata presentata da Fabio Del Bravo, Responsabile Direzione servizi per lo sviluppo rurale di Ismea, la ricerca sull’andamento della produzione e dei consumi di carni bianche e uova in Italia.

Il settore avicolo sembra entrato in una fase di normalizzazione dopo due anni complessi a causa della gestione dei costi di produzione e degli impatti dell’influenza aviaria, la più grande epidemia mai registrata in Europa secondo l’Efsa. In modo particolare, si registra un riassestamento parziale dei costi di produzione, tra cui gli energetici che registrano una diminuzione tra il 30 e 40% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Uno sguardo al carrello della spesa evidenzia in generale un alleggerimento dei proteici nel 2022 in termini di volume (-1,2%), ma le carni, nel complesso, perdono solo lo 0,8%, sostenute dalle suine. Diverso il dato se rapportato al quinquennio 2018-2022 dove i volumi di acquisto dei proteici delle famiglie italiane hanno rinfoltito il carrello della spesa.

“Nel 2022 sono state prodotte 1,21 milioni di tonnellate di carne avicola, un dato in contrazione (-11,8% rispetto al 2021) soprattutto a causa dell’epidemia di influenza aviaria – ha spiegato Fabio Del Bravo – ma, nonostante ciò, l’Italia mantiene la 5° posizione nella UE con quota 11%. Le avicole si confermano le carni più consumate: con il 35% dei volumi di carne consumata in casa e il supermercato resta il canale di acquisto più rilevante (37%)”.

Il consumo annuo pro capite di carni avicole si attesta su 20,5 kgla filiera si riconferma come l’unica autosufficiente nel panorama zootecnico, con un tasso di auto-approvvigionamento del 100% (-7,8% rispetto al 2021). Guardando ai primi mesi del 2023 inoltre, se l’inflazione alleggerisce i carrelli, a risentirne sono le altre carni mentre le avicole crescono del 12%.

Per quel che riguarda le uova, l’incremento dei prezzi medi (+10% nel 2022 e +18,5% nel primo trimestre 2023) non ha fermato le vendite (+1,8% nel 2022 e +3,1% a inizio 2023). Con oltre 11,8 miliardi di uova prodotte nel 2022, pari a circa 744 mila tonnellate, l’Italia si conferma 4° produttore europeo. È pari a 216 uova circa il consumo pro-capite medio di uova tal quali, che diventano 227 se si considerano gli ovoprodotti, pari a oltre 14,3 kg/anno.

Annachiara Saguatti di Aretè ha affrontato il tema delle materie prime utilizzate per la produzione dei mangimi del settore avicolo, concentrandosi su mais, frumento, semi e farina di soia. “Nel 2022 sono stati raggiunti sul mercato europeo picchi di prezzo che rappresentano dei record storici – dice Saguatti – ma nei primi mesi del 2023 si è segnata una inversione di tendenza, favorita dal contesto geopolitico e dal rallentamento dell’inflazione”.

A commento delle ricerche presentate Antonio Forlini, presidente di Unaitalia, ha dichiarato: “La contrazione produttiva dell’11,8% nel 2022 emersa dagli ultimi dati Ismea, connessa a una riduzione del tasso di approvvigionamento dal 107,8% al 100% e a un -24% dell’export, ci pone di fronte ad uno scenario che non va trascurato. La pandemia prima e la situazione geopolitica hanno reso evidente quanto sia strategica la tutela della nostra autosufficienza produttiva, grazie alla quale la nostra filiera garantisce ai consumatori italiani proteine nobili ad un prezzo accessibile. Una consapevolezza che va rafforzata anche nelle istituzioni Ue, che troppo spesso cedono il terreno a una ideologia ambientalista, con il rischio di dare spazio a importazioni da Paesi terzi che non offrono le stesse garanzie in termini di sicurezza alimentare e di qualità dell’Italia. Chiediamo di intensificare le azioni di tutela delle produzioni Ue, evitando che, come troppo spesso accade, i prodotti agroalimentari siano oggetto di scambio politico rispetto a relazioni commerciali globali, in favore di altri settori”.

Gianluca Bagnara, presidente di Assoavi, ha sottolineato come le uova in questo momento stiano vivendo un momento di respiro, dopo aver sofferto un anno fa per l’aumento del costo delle materie prime. “Questa è una filiera che supererà le turbolenze – dice Bagnara – non sarà facile, bisogna attrezzare il nostro Paese a gestire gli stoccaggi di materie prime portando avanti a livello comunitario il principio di reciprocità con i mercati fuori dall’Europa”.

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