Le preoccupazioni del Copa-Cogeca sull’accordo Ue-Mercosur

Copa-Cogeca ha inviato una lettera ai principali stakeholder europei, alla Commissaria per il commercio, Cecilia Malmström, e al Commissario per l’agricoltura, Phil Hogan esprimendo le sue perplessità in merito ai negoziati commerciali in corso tra l’Unione europea e l’area del Mercosur,  vale a dire il mercato comune dell’America meridionale di cui fanno parte Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay e Venezuela.

In particolare Copa-Cogeca evidenzia che attualmente il settore alimentare europeo impiega più di 44 milioni di persone, e contribuisce ad una bilancia commerciale positiva di quasi 20 miliardi di euro (dato 2017). Il settore agricolo europeo è uno dei principali produttori di derrate alimentari a livello mondiale che garantisce la sufficienza alimentare per più di 500 milioni di cittadini europei.

La PAC ha permesso lo sviluppo del mercato unico più integrato al mondo, in grado di rispondere alle richieste dei cittadini in merito alla sufficienza e alla sicurezza alimentare (tracciabilità, uso di antimicrobici, salmonella), alla qualità, al benessere degli animali e alla sostenibilità. Di contro i paesi del Mercosur non hanno un mercato unico integrato, applicano una politica di sostegno agricolo aggressiva, sperimentano una considerevole volatilità delle valute e hanno accesso a fattori di produzione più economici.

Il settore agricolo europeo deve competere con i prezzi sul mercato mondiale e importa grandi quantità di prodotti agricoli di base. Di fatto, i paesi del Mercosur sono fornitori esterni di carne bovina, zucchero, carne di pollame e succo d’arancia dell’UE-28. Un ulteriore accesso al mercato aggiungerebbe una forte pressione al ribasso su settori già soggetti a pressanti sfide. Un ulteriore accesso al mercato porterà molto probabilmente a maggiori turbative in questi mercati.

L’ultimo studio del CCR dimostra che a seguito di un tale accordo di libero scambio, il settore agricolo europeo sarebbe inevitabilmente sottoposto a perdite significative, di più di 7 miliardi di euro. La valutazione dell’impatto cumulativo indica chiaramente che un approccio classico sui prodotti sensibili (contingenti tariffari) non sarà sufficiente per mitigare l’impatto commerciale.

Inoltre, l’uscita del Regno Unito dall’UE porterà ulteriori turbative nel commercio agroalimentare e potrebbe avere un impatto sul prossimo bilancio del PAC.

Copa-Cogeca ricorda inoltre che i benefici dei recenti accordi di libero scambio, come il CETA, non si sono ancora materializzati a livello dei prezzi al produttore. Per di più, alcuni settori subiranno delle perdite. Malgrado questo sia il Copa che la Cogeca hanno appoggiato il CETA per la sua natura strategica ed equilibrata.

Prossimamente sono previsti altri negoziati commerciali con l’Australia, la Nuova Zelanda, l’Indonesia, la Tailandia e gli USA, e tutti questi partner chiederanno concessioni aggiuntive sui prodotti sensibili, in particolare le carni.

Copa-Cogeca ritengono che ampliare il commercio di prodotti agricoli non trasformati, come attualmente discusso nei negoziati con il Mercosur, metterebbe a repentaglio la strategia dell’UE di dare nuovo impulso alle zone rurali dell’Europa in termini di crescita e di occupazione.

Pertanto, esortano la Commissione a minimizzare l’accesso al mercato, principalmente per la carne bovina, lo zucchero, il pollame, l’etanolo, il riso e il succo d’arancia, e a mantenere l’approccio della tasca unica tra i negoziati bilaterali e multilaterali sulla base del progetto di compromesso del 2008.

Inoltre, sottolineano che l’offerta del Mercosur non fornisce un equilibrio nel capitolo agricolo. Restano ancora molte barriere commerciali, tra cui: le misure antidumping sul latte scremato in polvere, l’UE come entità unica, la regionalizzazione, lo status dell’ESB, i dazi aggiuntivi su vari ortaggi, i dazi all’esportazione per la soia, ecc. In aggiunta, dovrà essere inclusa una clausola di salvaguardia efficace per i settori sensibili.

I paesi del Mercosur forniscono la maggior parte delle importazioni europee di carne di pollame. Nel 2016, solo dal Brasile l’UE ha importato 500.000 tonnellate, per un valore totale di 988 milioni di euro, che corrispondono al 56% delle importazioni europee. Per i broiler, un’offerta maggiore per i tagli potrebbe portare a una perdita di sbocchi per più di 150 milioni di capi prodotti nell’EU. Ciò equivale alla produzione annuale di polli da carne del Belgio.

Le associazioni concludono affermando che date le forti incertezze nei negoziati in corso sulla Brexit, le prossime discussioni sul futuro della PAC e la pressione sul bilancio europeo, rifiutano qualsiasi concessione a questo stadio nell’accordo con il Mercosur.

Fonte Copa-Cogeca

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