Annata avicola 2022

CARNI AVICOLE

Produzione in calo. Sale ancora il peso della carne di pollo
La produzione italiana di carni avicole nel 2022 ha fatto registrare una diminuzione dell’offerta arrivando a 1.218.500 tonnellate, -10,6% rispetto al 2021 (1.364.100 tonnellate). Lieve il calo della produzione di carne di pollo (962.400 tonnellate, -5,6%), più deciso quello della carne di tacchino (218.900 tonnellate, -26,5%). Le carni di pollo e tacchino rappresentano la quasi totalità (97,0%) della produzione avicola nazionale. Anche per le altre specie avicole si registra una diminuzione nelle produzioni (-19,3%).

I consumi flettono leggermente (ma non per il pollo)
In lieve calo nel 2022 anche i consumi delle carni avicole, che passano dai 21,26 kg del 2021 a 20,50 kg pro-capite nel 2022. In controtendenza (rispetto alle altre carni avicole e in particolare alla carne di tacchino) risultano i consumi di carne di pollo, che salgono da 16,31 kg a 16,38 kg pro-capite nel 2022. Nel grafico seguente, l’evoluzione storica dei consumi per tipologia di prodotto. Costante, come si vede, l’aumento della quota di mercato dei prodotti a più alto valore aggiunto.

Forte contrazione per l’export
Dopo la riduzione generalizzata del commercio con l’estero verificatasi nel 2020 a causa della situazione sanitaria mondiale e la leggera ripresa nel 2021, nel 2002 le carni avicole italiane hanno registrato una forte contrazione delle esportazioni, -23,3%, mentre le importazioni sono aumentate del +55,9%. Il fenomeno va ricondotto alla diminuzione della produzione provocata dallo scoppio dell’epidemia di influenza aviaria, che ha portato in alcune aree del Paese all’abbattimento di capi e al fermo degli allevamenti (disposizioni sanitarie per l’eradicazione della malattia). Tenendo conto del saldo fra export (152.400 tonnellate) e import (143.100) così generato, i consumi si sono attestati a 1.209.200 tonnellate (1.257.100 nel 2021).

Di seguito, le voci principali del bilancio italiano delle carni avicole negli anni 2021 e 2022 e la bilancia commerciale del settore nel 2022.

Relativamente ai consumi per tipologie di carni avicole, nel 2022 sale la quota delle carni di pollo (79,9% contro il 76,9% del 2021), scende quella delle carni di tacchino (16,8% contro il precedente 19,5%) e diminuisce leggermente quella delle altre carni (da 3,6% a 3,2%).


Il settore avicolo rimane l’unico autosufficiente della zootecnia italiana
Nel 2022 il settore avicolo italiano ha confermato i propri elevati livelli di autoapprovvigionamento, anche se in diminuzione rispetto agli anni precedenti, risultando complessivamente autosufficiente al 100,8% (108,4% nel 2021). Nel dettaglio, in Italia si produce il 99,6% delle carni di pollo consumate nel nostro Paese (105,6% nel 2021) e il 107,1% delle carni di tacchino (120,8% nel 2021).

 

UOVA

Produzione in calo, consumi in crescita
Nel 2022, la produzione di uova ha continuato ad essere influenzata da nuove dinamiche nei consumi, con la crescente richiesta da parte dei consumatori di uova allevate a terra, a maggiore valore aggiunto. L’Italia ha prodotto 11 miliardi 800 milioni di uova, pari a circa 744 mila tonnellate: -2,5% rispetto al 2021 (12 miliardi 100 milioni). Buono il livello di autoapprovvigionamento del settore, pari all’87,4%. Considerando il saldo tra export (2.491.000.000) e import (914.000.000), in Italia sono stati consumati 13 miliardi 377 milioni di uova (+7,0% rispetto al 2021), pari a 227 uova a testa (14,3 chili pro capite). Delle 227 uova pro capite consumate nel 2022, il 68% è andato alle famiglie (154 uova per abitante), mentre il restante 32% (73 uova) è stato impiegato da industria, artigianato e collettività ed è stato, quindi, consumato attraverso pasta, dolci e preparazioni alimentari varie.

Sempre più galline allevate a terra, sempre meno gabbie arricchite
La produzione di uova nel 2022 è stata garantita da circa 39,5 milioni di galline ovaiole accasate in circa 3.000 allevamenti, di cui 1.720 di grandi dimensioni (con più di 250 capi). Secondo i dati registrati in Anagrafe Nazionale, a fine 2022, il 53,6% dei capi in deposizione è stato allevato “a terra”, il 36,5% in allevamenti con “gabbie arricchite”, il 4,4% in allevamenti all’aperto e il 5,5% in allevamenti biologici. Va sottolineato come la quota di uova proveniente da galline in gabbie arricchite (36,5%) non solo continui a scendere (era del 45% nel 2019), ma risulti notevolmente inferiore alla media europea pari al 43,2%.

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