WOAH, -13% l’uso di antimicrobici negli animali tra 2017 e 2019
L’Organizzazione mondiale per la Salute animale (WOAH) ha pubblicato il settimo Annual Report on Antimicrobial Agents Intended for Use in Animals che riporta la situazione aggiornata sull’utilizzo di antimicrobici negli animali a livello globale.
Secondo i dati riportati dagli 80 paesi che hanno fornito costantemente informazioni quantitative sull’uso degli antimicrobici negli animali dal 2017 al 2019, il consumo di questi farmaci a livello globale è diminuito del 13% in 3 anni, passando da 111,45 mg/kg nel 2017 a 96,73 mg/kg nel 2019. Ciò conferma la tendenza già riportata nei report precedenti, e sottolinea il trend di riduzione dell’utilizzo di tali sostanze negli animali.
L’uso di antimicrobici è espresso in mg/kg di biomassa animale e viene determinato aggiustando la quantità di agenti antimicrobici riportata (mg) rispetto alla biomassa viva degli animali domestici (kg) ogni anno. Questo indicatore permette di fare une confronto tra regioni e nel tempo.
Il settimo rapporto WOAH copre il 70% della biomassa animale totale per l’anno 2019, rappresentando 108 partecipanti in tutto il mondo e considerando animali terrestri e acquatici destinati alla produzione alimentare, mentre sono rimasti esclusi gli animali da compagnia. I bovini rappresentano il 42% del totale, seguiti da suini (19%) e avicoli (19%). Gli animali acquatici rappresentano l’8% della copertura totale, e quasi 2/3 sono pesci d’allevamento.
Nonostante si registri una forte diminuzione dell’uso di antimicrobici negli animali in regioni come Europa e Asia (-15%), Estremo Oriente e Oceania (-25%), è stato osservato un aumento in Africa (+45%) e in America (+5%), che potrebbe essere dovuto a un miglioramento significativo nell’accuratezza dei dati raccolti nel tempo.
Le tetracicline rimangono l’agente antimicrobico più utilizzato a livello globale nel settore della salute animale (35,6% della quantità totale), seguite dalle penicilline (13,3% del totale). Entrambe fanno parte dei Veterinary Critically Important Antimicrobial (VCIA) nell’elenco WOAH degli antimicrobici di importanza veterinaria, ma non fanno parte degli agenti antimicrobici di massima priorità per la salute umana secondo l’Organizzazione Mondiale della Salute. I fluorochinoloni e le cefalosporine di terza e quarta generazione, che rientrano invece in quest’ultima categoria, rappresentano rispettivamente il 3,4% e solo lo 0,6% del totale.
Il rapporto mostra infatti un calo nell’uso di antimicrobici considerati di fondamentale importanza per la salute umana.
Dr Javier Yugueros-Marcos, capo del Dipartimento di resistenza antimicrobica e prodotti veterinari di WOAH ha dichiarato che “meno del 20% degli antimicrobici utilizzati negli animali nel 2019 avevano la massima priorità e un’importanza fondamentale per la salute umana. Gli sforzi collettivi verso un uso responsabile di questi farmaci in tutti i settori sono della massima importanza considerando che questi sono l’unica terapia o una delle poche alternative per curare le malattie che minacciano la vita degli esseri umani”.
Fonte: Sivemp Veneto