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20 Dicembre 2023

Il Ministero della Salute ha pubblicato la quinta relazione nazionale contenente l’analisi e i trend delle vendite di antibiotici a uso veterinario in Italia, riferita all’anno 2022, che segue la pubblicazione del tredicesimo rapporto ESVAC.

La relazione mostra i livelli di riduzione di vendite in mg/PCU: nel 2022 la diminuzione è stata del -46,6%, se si confronta il dato attuale con quello del 2016, mentre il calo è di -62,7% in riferimento all’anno 2010. In un solo anno, dal 2021 al 2022 la diminuzione registrata è del -9,2% rispetto al 2021.

Per il Ministero i risultati confermano “l’efficacia delle politiche nazionali relative all’uso prudente degli antimicrobici”, come il Piano nazionale di contrasto dell’antibiotico-resistenza (PNCAR).

Il Ministero chiarisce che la riduzione interessa tutte le classi di antimicrobici, comprese quelle incluse nella categoria B “Limitare” della categorizzazione AMEG, vale a dire cefalosporine 3° e 4° generazione, fuorochinoloni e altri chinoloni, polimixine, che rappresentano soltanto una piccola proporzione delle vendite totali (circa l’1,2%). Anche le vendite di antibiotici autorizzati in forme farmaceutiche impiegate per il trattamento non individuale, attraverso cioè la somministrazione come mangimi medicati, soluzioni (acqua di abbeverata, siero di latte, broda, ecc.) o polveri (top dressing) si sono ridotte del 48,5% rispetto al 2016. I dati coprono le vendite di medicinali veterinari per l’uso in animali destinati alla produzione di alimenti, inclusi gli equini, in tutte le formulazioni farmaceutiche fatta eccezione per le compresse, e per l’uso in animali da compagnia, in compresse.

Per il Ministero il calo di vendite di antibiotici “si traduce in una minore pressione selettiva associata all’emergenza e alla selezione di batteri resistenti agli antibiotici negli animali e negli esseri umani”. La relazione, pubblicata sul sito del Ministero della Salute, segue la pubblicazione del tredicesimo rapporto ESVAC sulle vendite di antimicrobici ad uso veterinario registrate in Europa. Per il Ministero i dati sono il risultato del “costante impegno del settore veterinario nell’affrontare l’emergenza dell’antibiotico-resistenza”.

In linea con l’approccio europeo, la strategia nazionale veterinaria individua tra le principali azioni la sorveglianza del consumo degli antimicrobici. “Il processo di informatizzazione dell’intera filiera dei medicinali impiegati nel settore veterinario ne rappresenta lo strumento attuativo” spiega il Ministero. Adottato nel 2019, il sistema informativo di tracciabilità dei medicinali veterinari e dei mangimi medicati ha visto il suo completamento nel 2022 con l’obbligo di registrazione, “esclusivamente” in formato elettronico dei medicinali utilizzati in animali destinati alla produzione di alimenti. Con tale sistema, “l’Italia si fa trovare pronta all’obbligo di raccolta di dati pertinenti e comparabili sul volume delle vendite e sull’impiego dei medicinali antibiotici utilizzati negli animali, stabilito dal regolamento (UE) 2019/6, che si applica dal 2024 (anno di riferimento 2023)” si legge nella relazione.

Le tre principali classi di antibiotici vendute in Italia rimangono le penicilline (54,6 mg/PCU, 34,6%), le tetracicline (35,6 mg/PCU, 22,6%) e i sulfamidici (21,8 mg/PCU, 13,8%) che, insieme, rappresentano il 71,1% delle vendite totali nel 2022. Rispetto al 2021, la riduzione più evidente si riscontra per la classe degli altri chinoloni (-41,8%), delle cefalosporine di prima e seconda generazione (-35,9%). A seguire, i macrolidi (-25,7%), i fluorochinoloni (-23,6%) e le cefalosporine di terza e quarta generazione (-23,1%).

Consulta la relazione: Dati di vendita dei medicinali veterinari contenenti sostanze antibiotiche. Risultati del progetto ESVAC, Anno 2022

Fonte: Anmvioggi.it

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