Commissione europea, report autunnale 2022 sulle tendenze agricole
La Commissione europea ha pubblicato l’edizione autunnale dello Short-Term Agricultural Outlook, contenente una panoramica dettagliata delle ultime tendenze e delle prospettive del settore agroalimentare.
Le prospettive di mercato a breve termine risentono dell’impatto negativo del clima eccessivamente caldo e secco che ha colpito gran parte dell’UE – incidendo non solo sui raccolti ma anche sul benessere degli animali e sulla diffusione di malattie –, dell’invasione russa dell’Ucraina e del conseguente aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime. Questa prospettiva è soggetta a un elevato grado di incertezza legato agli sviluppi del conflitto geo-politico in Ucraina, inclusa la capacità dell’Ucraina stessa di produrre, immagazzinare ed esportare le sue materie prime. Nel complesso, si presume che non ci sarà un ulteriore peggioramento della situazione già molto critica.
Per quanto riguarda il settore avicolo, la crescita della produzione di carne avicola nell’UE continua a essere limitata a causa degli elevati costi di produzione – in particolare dei mangimi e dell’energia -, e dall’epidemia di influenza aviaria che ha colpito numerosi paesi europei.
Relativamente alla domanda, si prevede una crescita moderata solo nei principali paesi produttori, ovvero Polonia, Spagna e Germania (insieme +4,6% a gennaio-giugno 2022 su base annua). L’influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI) ha avuto effetti devastanti sul settore in alcuni paesi dell’UE, dove si prevede una forte diminuzione della produzione, in particolare in Italia, Francia e Ungheria (insieme -11%). Il settore dipende fortemente dal mais come una delle materie prime principali nell’alimentazione animale, con uno scarso raccolto nel 2022 ma con disponibilità di volumi da importare dall’Ucraina. Nel complesso, la produzione avicola dell’UE dovrebbe diminuire leggermente dello 0,9% nel 2022 e dello 0,4% nel 2023.
Il consumo interno di pollame dovrebbe aumentare dell’1,1% nel 2022 ed è probabile che rimanga stabile a 23,4 kg pro capite. Nel 2023, il consumo interno dell’UE potrebbe confermarsi ai livelli attuali, con una media di 23,3 kg pro capite.
La combinazione tra una forte domanda, un’offerta limitata, i costi di produzione elevati e l’inflazione, ha portato a prezzi sorprendentemente elevati della carne avicola, ben al di sopra della media del 2017-2021 (+38% a metà luglio-metà settembre, anno su anno). Le esportazioni di carne avicola dell’UE nel Regno Unito dovrebbero aumentare del 20% nel 2022 (+4% rispetto alla media 2017-2019). D’altra parte, i prezzi elevati dell’UE aiutano concorrenti come il Brasile a guadagnare alcune quote di mercato, soprattutto in Africa e in Asia. Nel complesso, le esportazioni di carne avicola dell’UE dovrebbero diminuire del 2,2% nel 2022 e rimangono pressoché stabili nel 2023. Si prevede che il Brasile, altamente competitivo, esporterà nell’UE il 35% di pollame in più nel 2022.
Le importazioni dal Regno Unito hanno oscillato negli ultimi mesi e potrebbero aumentare del 10% (-15% rispetto alla media 2017-2019). Beneficiando di una sospensione dei dazi, l’Ucraina sta già esportando nell’UE volumi più elevati rispetto al 2021 e tale tendenza è destinata a continuare fino alla prima metà del 2023. Complessivamente, si prevede che le importazioni di pollame dell’UE aumenteranno del 29% nel 2022 e del 7,7% nel 2023.
Gli elevati costi per l’alimentazione sostenuti e la peste suina africana (PSA) continuano a impedire la crescita della produzione di carne suina nell’UE. Mentre la Cina sta riprendendo i livelli di importazione precedenti alla PSA, alcune esportazioni di carne suina dell’UE trovano la loro strada nel Regno Unito e in altre destinazioni d’oltremare, nonostante le elevate esigenze di carne suina dell’UE.
La produzione di carne bovina dovrebbe diminuire dello 0,6% nel 2022 nonostante i prezzi elevati della carne. Le esportazioni dell’UE dovrebbero diminuire dell’1% a causa dei prezzi interni record e malgrado le buone prospettive di esportazione verso alcuni mercati di alto valore esistenti. Le importazioni dell’UE dal Regno Unito e dal Brasile sono in aumento.
Link al report: Commissione europea